Ti ricordi di me? Sono quella ragazzina a cui hai rubato il cuore. Te lo ricordi ora? Si, sono proprio io. Beh, volevo dirti che mi manchi. Lo so che non è dipeso da te, non è dipeso nemmeno da me, se devo essere sincera.
Ti ricordi la nostra prima lezione? E' stato un vero e proprio disastro. Ci ho messo un po' a capire che con te bisognava essere delicati, che la tua bocca non era un tiro alla fune. Ma ammettilo, nemmeno tu capivi quello che mi frullava per la testa, non capivi da che parte prendermi, pensavi solo a liberarti di me, una bella sgroppata e via, rimosso il problema. Quello di cui posso vantarmi è il fatto che tu non sia mai riuscito a buttarmi per terra. Sgroppate, impennate, partenze al galoppo sfrenato assolutamente non programmate. Non ce l'hai mai fatta.
Non eri affatto un cavallo facile. Molti ti odiavano. Anche io ti odiavo. La prima volta è stata terribile, eravamo totalmente scoordinati, uno strattone di qua, una sgroppata di là, sgambate, rifiuti, confusione totale. Non avrei mai pensato che saresti diventato la mia gravità, il mio battito cardiaco.
Con il tempo ho imparato ad amarti. Ho imparato a tradurre ciò che usciva dai tuoi occhi, quei tuoi occhioni così dolci alla vista di una carota mi facevano impazzire. Ho imparato a distinguere chiaramente il tuo nitrito al mio arrivo tra i rumori consueti del maneggio, ho imparato a comprenderti, a riconoscere i miei errori e a perdonare i tuoi.
Eravamo uniti dalla nostra sintonia, dalla fiducia che ci scambiavamo, da quei gesti d'amore, talvolta un po' violenti che tu sapevi regalarmi.
Stavamo proprio bene insieme. Eravamo inseparabili, ciò che ci univa sembrava indistruttibile. Eri ciò che mi si incollava al cuore quando ti abbracciavo, eri il mio sorriso ed ora non sei altro che il dolore di un ricordo che naviga tra i miei neuroni.
Sai, quel giorno in cui sono andata al maneggio avevo una sorpresa. Uno zucchero, l'avevo rubato dalla cucina di casa mia, apposta per te. Quel giorno ti ho cercato nel recinto ma tu non c'eri. Sono corsa in scuderia, ma il tuo box era vuoto. Mi sono affacciata a quelle sbarre fredde e sono rimasta lì, in silenzio. Ti avevano portato via da me. Non avevo più niente, solo quello zuccherino, un paio di foto sfuocate ed un mucchio di delusione dentro. Avevano strappato il nostro noi, ora eravamo solo tu ed io. Ed eravamo lontani. Tu non c'eri più.
Sei stato il mio primo vero amore, sei stato il mio sorriso, sei stato l'emozione che ti ha portato via, sei stato il dolore, sei stato le lacrime, sei stato il mio sogno.
Il mio sogno perduto in un'anima colma di piaghe, su una pelle piena di lividi, su due occhi gonfi di dolore. Su di un cuore lacerato che sanguina ancora.
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