domenica 11 dicembre 2011

Quella ragazza era sola.

La vedevi per conto suo, non parlava mai, si vergognava a stare al centro dell'attenzione. Non sembrava avere molta autostima, se ne stava sempre in disparte. A nessuno importava di lei, e sembrava che nemmeno a lei importasse veramente di qualcuno. Andava male a scuola, era una vera frana in tutto, aveva paura di parlare, di far sentire la sua voce e di esprimere quello che provava.
Era una ragazza pareccho introversa, preferiva piangere solo dentro di se, non voleva mostrarlo. Si preoccupava a come appariva agli occhi di quella gente, di quei ragazzi con i pircing, con i pantaloni alle ginocchia, con i capelli all'insù e con quell'aria straffottente. Aveva paura delle ragazze, di quelle relazioni spente a metà, di quei veri e propri giochi d'amore.
Non riusciva a capacitarsi di quella società, era troppo menefreghista, troppo dura per il suo debole cuore.
Si sentiva sola. Piangeva, urlava di silenzio. Non era mai stata capace di nulla, il suo carattere l'aveva distrutta.
Lei era così, lei era sola, proprio come quel cavallo. Lo intravedeva tra le sbarre del box, la testa bassa, i crini arruffati e una fitta malinconia che arieggiava tra le pareti gelate di quella gabbia. Talvolta si fermava, stava lì, immobile ad osservare quella creatura, così isolata.
Sai cosa? Credo che si rispecchiasse dentro quell'anima. Lei era quel cavallo. I loro cuori erano uguali. Si compresero a distanza, i loro occhi si illuminarono l'uno dell'altra. Tremavano. Non faceva particolarmente freddo, ma tremavano. Lei sentì l'impulso di allungare la mano. Lui sentì il bisogno di alzare il muso. Quella mano tremolante si avvicinava lentamente, insicura, come una foglia che sta per cadere da un'albero spoglio d'autunno. Quella ragazza era abituata alla paura, ma quella era una paura diversa, una sensazione nuova che non sapeva spiegarsi. Ed ecco, un'attimo eterno, la sua mano toccò quel muso caldo, morbido.
Da quel momento non si sentirono più soli. Credo sia stata la magia di quel momento. Un momento speciale, un'attimo che ha rivoluzionato le loro vite. Silenziosamente stavano gridando tutti e due, avevano bisogno l'uno dell'altro, anche se non l'avevano mai saputo.
I loro cuori si chiamavano, solo che loro non avevano mai saputo ascoltarli.

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